Le mani nel Tai Chi
“Se il pugno è chiuso la mano è vuota, solo se la mano è aperta puoi possedere tutto”
In questa frase del Tao Te Ching è racchiuso il concetto base del Tai Chi: l’apertura è vincente. Stringere il pugno, oltre ad irrigidire la muscolatura, ha una valenza simbolica: la mano chiusa non accoglie non può né dare né ricevere, è bloccata. Le mani dunque, prolungamento del braccio, sono l’estremità attraverso cui si può dirigere o mandare energia.
Spesso allievi principianti cominciano a praticare Tai Chi dando poca importanza alle proprie mani. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che sono tesi e concentrati sulla mobilità generale del proprio corpo, non avendo così la giusta tranquillità per portare consapevolezza anche alle estremità. Chi ha spesso le mani fredde non le percepisce come un prolungamento del braccio facendo si che l’energia si blocchi al polso. Le mani invece hanno un’estrema importanza. Come dice il Maestro Chu King Hung, le mani precisano la direzione, è attraverso le dita che l’energia può essere diretta; le mani sono la testa del serpente.
Non ci esprimiamo solo con le parole, dialoghiamo anche con il con il corpo, soprattutto con le mani. Con le mani diciamo chi siamo, ci presentiamo, comunichiamo. Da sempre le mani vengono utilizzate per eseguire gesti sacri come benedizioni, giuramenti, preghiere. Nello Yoga le mani eseguono delle forme chiamate “Mudra”, con lo scopo di creare un collegamento energetico tra i vari livelli di percezione: corporea, mentale e spirituale. Nello Shiatsu è attraverso la pressione della mano e delle dita che l’operatore testa il livello energetico lungo i meridiani. Il tocco ha da sempre una profonda valenza a livello emozionale.
Anche il saluto ha un significato. Noi occidentali generalmente ci stringiamo la mano. Nella tradizione orientale il saluto è un inchino unendo le mani. Nel saluto rituale della tradizione cinese la mano destra, chiusa a pugno, rappresenta il Sole il maschile, lo Yang, e la mano sinistra, aperta che accoglie il pugno rappresenta la Luna, il femminile, lo Yin. L’unione delle mani nel saluto indicativo di unità, fratellanza simboleggia quindi anche quella dei due astri celesti e dà origine al carattere 明 (ming) assumendo anche il significato di chiarezza, illuminazione, brillantezza, luce. Un’altra lettura di questo gesto, legata alle pratiche “marziali” vede nel pugno chiuso la rappresentazione del passaggio dalla struttura al soffio, ovvero dal concreto al sottile e vede nella mano aperta le pratiche interne che evolvono verso l’Esterno, ovvero dal sottile al concreto.
In Cina lo studio della mano (chirologia) trova il suo posto all’interno della Tradizione Medica e dell’energetica cinese. Secondo la Medicina Tradizionale Cinese, le nostre mani (assieme ai piedi) sono i "terminali" dei Meridiani Energetici. Dalle nostre mani entra ed esce il Chi, cioè l'energia. La forma e le caratteristiche della mano sono viste come espressione della vitalità e della fisicità di un individuo, come il viso lo è per il carattere.
Nel Tai Chi, la forma base si dice a “mani nude” e corrisponde all’elemento Terra. Ogni movimento utilizza la posizione delle mani in modo differente. Le mani parano controllano, spingono, tirano... Con la mano aperta: Il palmo deve essere aperto ed esteso, ma rilassato; anche le dita devono essere rilassate ed estese, leggermente distanziate. Nello spingere la mano è quasi sempre di taglio. Nel pugno la mano è chiusa ma non stretta, con il pollice ripiegato sopra indice e medio facendo attenzione che il pugno non sia serrato troppo rigidamente. L’uncino, o becco, è impiegato per colpire, controllare o neutralizzare e si forma piegando il polso all’interno, mentre i polpastrelli delle cinque dita si mettono a contatto.
Nelle tecniche a coppia come il “Tui Shou” il tocco deve essere leggero e sensibile, Attraverso le mani si impara a sentire e comprendere l’energia dell’avversario e, di conseguenza, ad utilizzare e al meglio la propria. In questa tecnica, chiamata anche “Spinta con le mani”, occorre essere abili a mantenere un contatto leggero con l’avversario (aderenza) sentire l’intensità e la direzione della sua spinta (ascolto) e rispondere creando il vuoto per poi dirigere il movimento in una determinata direzione (cedevolezza)…
In tutta la forma c ’è un filo sottile, un’energia delicata che unisce le due mani, anche se compiono azioni o movimenti diversi; le braccia sono ali, le mani le piume: un uccello non può volare con una sola ala,
Il Maestro Chu King Hung dà moltissima importanza alla precisa e dettagliata posizione delle mani, tanto che in questi ultimi anni ha definito con precisione millimetrica i 5 principi A-B-C-D-E che noi dell’ITCCA Italia chiamiamo scherzosamente le vitamine: altezza delle mani rispetto ai tre centri, altezza dei gomiti, mani dritte o piatte, yin yang o in mezzo, direzione delle dita. La mano è la testa del serpente, e il serpente si muove dalla testa, l’energia va oltre le dita, il corpo si espande, l’energia si trasmette….
Palmo/dita, dare/ricevere: questo è equilibrio; questo è Yin e Yang.
In questa frase del Tao Te Ching è racchiuso il concetto base del Tai Chi: l’apertura è vincente. Stringere il pugno, oltre ad irrigidire la muscolatura, ha una valenza simbolica: la mano chiusa non accoglie non può né dare né ricevere, è bloccata. Le mani dunque, prolungamento del braccio, sono l’estremità attraverso cui si può dirigere o mandare energia.
Spesso allievi principianti cominciano a praticare Tai Chi dando poca importanza alle proprie mani. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che sono tesi e concentrati sulla mobilità generale del proprio corpo, non avendo così la giusta tranquillità per portare consapevolezza anche alle estremità. Chi ha spesso le mani fredde non le percepisce come un prolungamento del braccio facendo si che l’energia si blocchi al polso. Le mani invece hanno un’estrema importanza. Come dice il Maestro Chu King Hung, le mani precisano la direzione, è attraverso le dita che l’energia può essere diretta; le mani sono la testa del serpente.
Non ci esprimiamo solo con le parole, dialoghiamo anche con il con il corpo, soprattutto con le mani. Con le mani diciamo chi siamo, ci presentiamo, comunichiamo. Da sempre le mani vengono utilizzate per eseguire gesti sacri come benedizioni, giuramenti, preghiere. Nello Yoga le mani eseguono delle forme chiamate “Mudra”, con lo scopo di creare un collegamento energetico tra i vari livelli di percezione: corporea, mentale e spirituale. Nello Shiatsu è attraverso la pressione della mano e delle dita che l’operatore testa il livello energetico lungo i meridiani. Il tocco ha da sempre una profonda valenza a livello emozionale.
Anche il saluto ha un significato. Noi occidentali generalmente ci stringiamo la mano. Nella tradizione orientale il saluto è un inchino unendo le mani. Nel saluto rituale della tradizione cinese la mano destra, chiusa a pugno, rappresenta il Sole il maschile, lo Yang, e la mano sinistra, aperta che accoglie il pugno rappresenta la Luna, il femminile, lo Yin. L’unione delle mani nel saluto indicativo di unità, fratellanza simboleggia quindi anche quella dei due astri celesti e dà origine al carattere 明 (ming) assumendo anche il significato di chiarezza, illuminazione, brillantezza, luce. Un’altra lettura di questo gesto, legata alle pratiche “marziali” vede nel pugno chiuso la rappresentazione del passaggio dalla struttura al soffio, ovvero dal concreto al sottile e vede nella mano aperta le pratiche interne che evolvono verso l’Esterno, ovvero dal sottile al concreto.
In Cina lo studio della mano (chirologia) trova il suo posto all’interno della Tradizione Medica e dell’energetica cinese. Secondo la Medicina Tradizionale Cinese, le nostre mani (assieme ai piedi) sono i "terminali" dei Meridiani Energetici. Dalle nostre mani entra ed esce il Chi, cioè l'energia. La forma e le caratteristiche della mano sono viste come espressione della vitalità e della fisicità di un individuo, come il viso lo è per il carattere.
Nel Tai Chi, la forma base si dice a “mani nude” e corrisponde all’elemento Terra. Ogni movimento utilizza la posizione delle mani in modo differente. Le mani parano controllano, spingono, tirano... Con la mano aperta: Il palmo deve essere aperto ed esteso, ma rilassato; anche le dita devono essere rilassate ed estese, leggermente distanziate. Nello spingere la mano è quasi sempre di taglio. Nel pugno la mano è chiusa ma non stretta, con il pollice ripiegato sopra indice e medio facendo attenzione che il pugno non sia serrato troppo rigidamente. L’uncino, o becco, è impiegato per colpire, controllare o neutralizzare e si forma piegando il polso all’interno, mentre i polpastrelli delle cinque dita si mettono a contatto.
Nelle tecniche a coppia come il “Tui Shou” il tocco deve essere leggero e sensibile, Attraverso le mani si impara a sentire e comprendere l’energia dell’avversario e, di conseguenza, ad utilizzare e al meglio la propria. In questa tecnica, chiamata anche “Spinta con le mani”, occorre essere abili a mantenere un contatto leggero con l’avversario (aderenza) sentire l’intensità e la direzione della sua spinta (ascolto) e rispondere creando il vuoto per poi dirigere il movimento in una determinata direzione (cedevolezza)…
In tutta la forma c ’è un filo sottile, un’energia delicata che unisce le due mani, anche se compiono azioni o movimenti diversi; le braccia sono ali, le mani le piume: un uccello non può volare con una sola ala,
Il Maestro Chu King Hung dà moltissima importanza alla precisa e dettagliata posizione delle mani, tanto che in questi ultimi anni ha definito con precisione millimetrica i 5 principi A-B-C-D-E che noi dell’ITCCA Italia chiamiamo scherzosamente le vitamine: altezza delle mani rispetto ai tre centri, altezza dei gomiti, mani dritte o piatte, yin yang o in mezzo, direzione delle dita. La mano è la testa del serpente, e il serpente si muove dalla testa, l’energia va oltre le dita, il corpo si espande, l’energia si trasmette….
Palmo/dita, dare/ricevere: questo è equilibrio; questo è Yin e Yang.
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