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Tai Chi è relazione
di Donella Bucca

Tutto è relazione. Noi stessi non siamo altro che il frutto di una relazione. La relazione è la base della vita stessa.
Tai Chi è equilibrio tra Yin e Yang, relazione armoniosa tra due opposti. Alto basso, dentro fuori, vuoto pieno: uno dei principi base del Tai Chi è il rapporto tra energie opposte e complementari, tra una parte e il tutto, tra dentro e fuori, tra sé e il mondo; ed è nella relazione con l’esterno che il Tai Chi si differenzia dalle altre pratiche di riequilibrio energetico. Infatti, oltre ad essere una disciplina per il benessere psicofisico, il Tai Chi è un’arte marziale: questo implica un contatto e una relazione con un “avversario” ponendo necessariamente il praticante in relazione con l’esterno.
 La sequenza di Tai Chi che sembra una danza non è semplicemente la composizione di una serie di esercizi eseguiti lentamente e con armonica continuità; ogni movimento va visto come un passaggio da un’applicazione marziale all’altra; attraverso la lentezza si può imparare a cogliere la profondità e la sottile precisione che rende il Tai Chi un’arte delicata ma nello stesso tempo molto potente.
Più volte ho descritto la mia idea di marzialità come un atteggiamento di consapevolezza e prontezza ad affrontare gli eventi, qualsiasi essi siano.
Con acquisire marzialità attraverso il Tai Chi non intendo dunque saper affrontare un combattimento vero e proprio ma la capacità di confrontarsi e relazionarsi in modo equilibrato e consapevole con qualcosa fuori da sé (conflitto, aggressione verbale o non, malattie, situazioni di stress). Imparare a portare la tranquillità che si cerca all’interno anche nelle relazioni col mondo esterno.
La pratica del Tai Chi prevede un lavoro in coppia, che va dai test sull’energia alle applicazioni e tecniche di combattimento. Ciò che più di qualsiasi altro allenamento affina la percezione sottile dell’energia è la pratica del Tui Shou, detto anche “spinta con le mani”, in cui attraverso un dare e ricevere si stabilisce un dialogo corporeo tra sé e un’altra persona. Il Tai Chi dunque raffina non solo la relazione tra mente e corpo ma anche la relazione tra dentro e fuori, tra sé e l’altro. “Relazione” dunque perché più che alla lotta il Tui Shou allena all’ascolto, alla ricerca di un equilibrio dinamico. Un gioco di dare e ricevere che crea un’infinita possibilità di vuoti e pieni in uno scambio che è un flusso, alla scoperta di noi stessi attraverso la spinta dell’altro.
Attraverso il Tai Chi, nel flusso tra accogliere o respingere si impara a rimanere comunque centrati preservando il proprio “Giardino”, il proprio spazio vitale. Allo stesso tempo Il contatto fisico, energetico e spirituale porta a trasformarsi nell’altro, per creare un unico movimento energetico.
Non uno contro l’altro ma con l’altro, un lavoro che trasforma entrambi.Qualsiasi relazione porta ad una trasformazione; il Tai Chi ci rende protagonisti consapevoli di questo cambiamento.   Con il dare importanza alla percezione dell’altro anziché al vincere o perdere, attraverso il Tui Shou ci si allena a gestire i rapporti sempre in modo morbido e rilassato. Il segreto per un buon Tui Shou è il “Ting Jing”, la “forza dell’ascolto del cuore”, da cercare nella relazione tra i tre centri del proprio corpo e nella relazione tra sé e l’altro. Ascoltare sé stessi nel profondo del cuore e da lì sentire l’altro, creando una connessione autentica e consapevole che unisce due persone in un unico sistema dinamico.
Ascoltare è la prima e forse più fondamentale componente di ogni relazione umana. L’ascolto nel Tai Chi non è solo rivolto e sé stessi ma a relazionarsi con l’altro; con “la forza dell’ascolto di cuore” si impara a creare e gestire una relazione armoniosa.

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