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Velocità nella lentezza
di Donella Bucca
Il Tai Chi è lento: la Forma si esegue molto lentamente.
Ciò può sembrare noioso e quasi anacronistico nell’era dei social in cui essere al passo con i tempi è fondamentale. Viviamo in una società frenetica che spinge alla velocità. Oggi la lentezza, vista in contrapposizione all’efficienza, è considerata un valore negativo. Nell’immaginario collettivo se si è lenti si rimane indietro. La velocità è il paradigma dei nostri tempi: siamo immersi in una miriade di stimoli, soprattutto visivi e uditivi, che generando un distacco dalle nostre emozioni più profonde ci distolgono sempre più dalla nostra vera essenza, dagli ideali e dal vero significato della vita.

Il Tai Chi è lento. Ciò che appare a chi guarda è solo una sequenza di movimento eseguita lentamente.
Quando si comincia ad imparare la Forma, però, si capisce che quello è solo il primo passo di un percorso, e si apprezza la lentezza come necessaria compagna di questo viaggio del fluire, dentro e fuori da sé. Con la lentezza del Tai Chi si può sviluppare un’Intelligenza corporea più evoluta insieme a una presenza di mente e cuore, sempre più profonda, poiché nel muoversi lentamente si crea l’opportunità di osservare se stessi accorgendosi di essere parte di un tutto.
Praticare lentamente genera un’attitudine del corpo che conduce la mente alla sua condizione naturale di quiete, e da questa quiete può scaturire la chiarezza dell’intenzione, Yì.
​
Il movimento rallentato permette di decodificare ogni passaggio nei minimi dettagli: allineamento posturale, muscolatura rilassata, organizzazione della sequenza di movimento in ogni gesto, ricostruito in modo sempre più fluido ed efficace.
La Forma si esegue lentamente perché l’intenzione (Yi) deve essere chiara nel condurre il movimento del Qi: il “soffio vitale” guidato dalla giusta intenzione viaggia nel corpo e da questo si espande.
Attraverso il movimento rallentato si allena la giusta intenzione, e la mente eliminando l’istinto impara a essere molto più veloce del corpo. 

Il “lavoro interno” consiste nell'immergersi nel proprio corpo fino a sentire e comprendere il linguaggio dei sensi, percepire gli organi, la loro funzione in relazione agli elementi, al respiro, e raggiungere un flusso coerente e chiaro, che precede e genera il movimento stesso. 

Consapevolezza e presenza sono la chiave per affrontare qualsiasi situazione e risolverla in modo rapido e fruttuoso nell’istante presente,
Ecco che dalla estrema lentezza si giunge alla estrema velocità.

Velocità e Lentezza nel Tai Chi sono stati mentali a cui si giunge attraverso una pratica corporea che allena a notare ciò che gli altri non notano. Nei Classici del Tai Chi si legge: “Se l’avversario non si muove io non mi muovo, se l’avversario si muove io mi muovo prima”.
Lentamente si allena la sensibilità di percepire ogni minima variazione dell’avversario così da cogliere tempestivamente ogni cambiamento ed avere la flessibilità di adattarsi, sfruttando ciò che accade a proprio favore.
La velocità nel Tai Chi non è dunque accelerare i movimenti ma prevedere e anticipare le mosse dell’avversario.,
La velocità del pugno, della spinta, del calcio, derivano non dalla velocità del movimento bensì dalla precisione della pratica nella lentezza: essa può portare alla estrema velocità di percepire nell’istante ciò che succede, con attenzione rivolta al dettaglio difficile da cogliere normalmente.

Una mente affilata sa prevedere e anticipare l’azione. Lo Yi, ascolto del suono del cuore, riesce a cogliere ogni sfumatura. a prevedere l 'intenzione dell’avversario. Si comprende così che Lentezza e Velocità non sono questione di tempo, bensì assenza di tempo.
Affinché la lentezza si trasformi in velocità lo studio del movimento rilassato e preciso deve essere continuo e costante. Nella lentezza si affina la percezione sottile in cui si riconosce la simultaneità del tutto, del prima e dopo che divengono adesso; unione di intenzione e azione nell’istante presente. 

Per sapere già ciò che accadrà è necessario essere nella presenza, nel qui e ora, nell’istante tra prima e dopo: adesso.
Con la pratica costante il corpo ricorda, la materia si annulla, la mente si dissolve e il gesto diviene pura energia ed estrema potenza. 
Velocità non è accelerare i movimenti ma essere già nella simultaneità di intenzione energia e fisicità (Yì – Chi - Lì), per far sì che nel Vuoto l’azione si compia.  

il Vero Maestro è invincibile perché ha già vinto prima ancora di combattere, perché nell’unico istante ha già compiuto attacco e difesa, sconfitta e vittoria. essendo qui perché già lì, nella simultaneità di pensiero e azione non istintiva, bensì precisa ed efficace.
Nel Tai Chi dunque velocità e lentezza sono la stessa cosa. La pratica continua illumina cuore e mente, trasforma dentro e fuori, inspirazione ed espirazione in un apparire e sparire, in un flusso circolare tra Yin e Yang.

Il Tai Chi è lento, sì... ma, quando l’alchimia avviene, la lentezza diventa estrema velocità.
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